Ritornano le Giornate FAI d’Autunno: il 16 e il 17 ottobre con 600 aperture di luoghi d’arte e natura in 300 città d’Italia.
PER LE PRENOTAZIONI: www.giornatefai.it
In Liguria per la Provincia di Savona saranno aperti i seguenti luoghi d'arte:
SAVONA - LA FORTEZZA DEL PRIAMAR
Una storia d'amore tra la fortezza del Priamar e Savona non c'è mai stata. Eppure la fortezza fu "galeotta" per tutti quegli idealisti, intellettuali, attivisti per una nobile causa che vi furono rinchiusi o giustiziati con la speranza che la loro triste sorte sedasse altrettanti animi non in linea con lo stato delle cose. Perché l'amore per la Libertà, anche se confinato in una squallida cella, non si spegne. Divampa anzi ancora di più. Lo sapeva bene Giuseppe Mazzini che, incarcerato in questo piccolo Spielberg, vi immaginò la Giovine Italia; lo compresero gli indipendentisti corsi in lotta con la Repubblica di Genova, i militari "insubordinati" che vi scontarono lunghe pene di correzione morale, i prigionieri di guerra, i partecipanti alla resistenza. Con questa visita, focalizzata sulla lunga fase carceraria che ha contraddistinto questa fortezza "galeotta" nell'immaginario e nella realtà, vogliamo omaggiare prima di tutto un istinto umano che ci permette di sfidare da millenni ogni tipo di convenzionale prevaricazione. La fortezza del Priamar dal XVI secolo si affaccia sul mare di Savona, sovrastando l'antico centro storico medievale. Avamposto della Repubblica di Genova, spina nel fianco per i patrioti dell'antico Libero Comune e al contempo garanzia di sicurezza negli anni bui delle scorribande piratesche degli Ottomani nella Riviera di Ponente, è stato un carcere temuto da dissidenti politici, da sobillatori oltre che da comuni delinquenti. Dissoltasi la Repubblica di Genova, l'inespugnabile fortezza è diventata un "carcere modello" del Regno di Sardegna prima e del Regno d'Italia poi. In questo "carcere modello" si sono dipanate storie di patrioti come Mazzini così come tragedie di uomini comuni condannati al lavoro forzato in quella che nel XIX era una vera e propria fabbrica al servizio dello Stato le cui maestranze erano... prigionieri.
Edificata nella prima metà del XVI secolo sulle rovine dell'antica cittadella del Libero Comune di Savona, la fortezza subì nel corso dei secoli diverse trasformazioni, di pari passo alle innovazioni in campo militare e alle trasformazioni politico-sociali che sconvolsero l'Europa con guerre e atti di forza. Luogo inespugnabile in cui nemmeno la peste riuscì a penetrare, nelle celle della fortezza vennero via via ospitati diversi prigionieri politici a partire dal XVIII secolo, soprattutto legati ai moti indipendentisti corsi. In seguito all'annessione dell'antica Repubblica di Genova al Regno di Sardegna, la fortezza ormai priva di un ruolo prettamente difensivo e militare divenne bagno penale del Regno per criminali comuni (dal 1820) e successivamente reclusorio militare, diventando ben presto il più importante della penisola, alle cui dipendenze erano altri due reclusori a Savona e quello sull'isola di Gaeta. In seguito ospitò per diverse settimane un giovane Giuseppe Mazzini che ebbe modo di meditare a lungo alla creazione della "Giovine Italia". Nella seconda metà del XIX il reclusorio del Priamar divenne un vanto per il Regno, aprendo agli imprenditori locali che usufruirono della manodopera a basso costo dei detenuti e istituendovi una tipografia che divenne il punto di riferimento del mondo militare. Con il trasferimento del reclusorio a Gaeta a principio del XX secolo, la fortezza rimase - tra una petizione per restaurarla e un piano per il suo abbattimento a favore delle vicine industrie - quasi abbandonata, presidiata da pochi carabinieri di istanza nella locale caserma e sfruttata modestamente durante la prima guerra mondiale. Durante il secondo conflitto mondiale, in quanto luogo strategico, venne rinforzato e occupato dalle forze dell'Asse, divenendo anche luogo di martirio per alcuni partigiani delle brigate partigiane savonesi. Subì diversi bombardamenti che ne compromisero molte strutture, in seguito demolite, e solo a partire dagli anni '80 del secolo scorso, con il restauro degli spazi e la creazione di alcune strutture museali, congressuali e commerciali, la fortezza è tornata agibile al grande pubblico con un piano di tutela e preservazione.
Nel corso dei secoli sono stati numerosi gli interventi architettonici che hanno interessato la fortezza dal 1542 alla seconda guerra mondiale, tutti atti a rendere il complesso inespugnabile. In soli due anni venne realizzata la prima opera su ideazione dell'ingegner Giovanni Maria Olgiati, ma è solo con il XVIII secolo che si strutturarono una serie di corpi di fabbrica idonei a resistere a prolungati attacchi. Gli stravolgimenti edilizi più importanti si ebbero durante il XIX, quando il carcere assunse proporzioni rilevanti all'interno dell'avamposto, gli stessi che ebbero conseguenze durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
"Galeotta fu la fortezza" permette di scoprire il Priamar sotto una luce poco conosciuta, anche grazie all'apertura straordinaria di locali e spazi generalmente chiusi al pubblico. Per far rivivere la sua stagione "carceraria" ci siamo affidati a documenti inediti di chi nel bagno penale e nel reclusorio militare ci ha lavorato e anche alloggiato per diverso tempo. A che ora era la sveglia di un prigioniero? Com'era il pasto? Quali attività si potevano svolgere durante la detenzione? Ma soprattutto: che tipo di luogo detentivo era? E perché di questa così importante funzione a livello nazionale non è praticamente rimasta memoria? Solo per gli iscritti FAI ci sarà la possibilità di esplorare la polveriera, realizzata con criteri moderni nel XVIII secolo, uno dei luoghi più segreti della fortezza. Savona ha avuto un rapporto tragico con le santabarbare (nel XVII secolo 1/3 della città venne distrutta proprio dall'esplosione di una polveriera limitrofa alla fortezza) e a 100 anni dal disastro del forte Sant'Elena di Bergeggi (il cui sito, sovrastante il golfo di Vado, è visibile proprio dal Priamar) dell'ottobre 1921, abbiamo deciso di ricordare questo evento proprio in un luogo così fortemente simbolico come un magazzino degli esplosivi.
ORARIO:
Sabato: 10:00 - 18:30
Note: ultima visita 17,40
Domenica: 10:00 - 18:30
Note: ultima visita 17,40
CASTELBIANCO, SAVONA - COLLETTA DI CASTELBIANCO - IL PERCORSO DELLA STORIA E ARCHITETTURA
Colletta è una frazione del Comune sparso di Castelbianco che gode di una posizione dominante sulla Val Pennavaira. Le origini del borgo risalgono alla fine del XIII sec. e le strutture abitative sono state mantenute sostanzialmente immutate fino ad oggi. Negli anni '90 il borgo era abbandonato e in un avanzato stato di degrado, ma grazie all'intervento di un gruppo privato è stato recuperato e restaurato. La storia medievale si intreccia con la vita moderna in un mix che rende Colletta uno dei borghi più belli d'Italia e il primo borgo telematico d'Italia.
Colletta è fondata alla fine del XIII per volere dei Marchesi di Clavesana per controllare l'asse viario che attraversa la Val Pennavaira e che arriva in Piemonte. Di conseguenza, il borgo segue le vicende storiche del Marchesato di Zuccarello: oggetto di contesa tra Genova e i Savoia nel corso del XVII sec., passato sotto il controllo della Repubblica fino alle campagne napoleoniche, entra infine a far parte del Regno di Sardegna. Il violento terremoto del 1887 che colpisce tutto il Ponente ligure innesca un processo di spopolamento della frazione, tanto che le case abbandonate cadono in rovina. Il borgo viene restaurato e ammodernato negli anni '90 con un intervento guidato dall'arch. Giancarlo De Carlo.
Colletta è un borgo medievale che sorge sopra una falesia nella Val Pennavaira. L'esterno degli edifici testimonia il rapporto simbiotico tra le gli uomini, le loro esigenze e l'ambiente naturale. La struttura edilizia si integra perfettamente con il territorio circostante, creando una vista armoniosa con le falesie di roccia e i boschi che circondano il borgo. All'interno delle case i piccoli vani, le originali unità abitative, sono stati riadattati in appartamenti con arredamenti moderni e dispongono di una propria connessione internet.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Il percorso vuole farvi scoprire la storia della frazione attraverso i “caruggi”, gli edifici e i suoi elementi architettonici. Grazie ai ragazzi del Gruppo FAI Giovani che guideranno i visitatori, si potrà camminare per i vicoli di Colletta per scoprire cosa rende unica questa frazione. La visita si svolgerà all'aria aperta per stimolare al meglio i nostri sensi e per ri-imparare ad osservare l'ambiente che ci circonda, sia quello antropico sia quello naturale. Il gruppo, partendo dal banchetto centrale del FAI (posizionato all'ingresso del borgo), effettuerà un percorso ad anello che attraverserà la borgata. La visita durerà circa 1 ora e un quarto. I gruppi saranno formati da massimo 15 persone. Non consigliato per chi ha problemi di deambulazione, si consiglia di indossare scarpe da ginnastica.
Passeggiando tra le case del borgo di Colletta sarà possibile scoprire la storia del recupero, del restauro e dell'adeguamento della frazione avvenuto negli anni '90 ad opera dell'architetto Giancarlo De Carlo. Il gruppo partirà dal banchetto centrale del FAI, posto all'ingresso del borgo, e seguirà un percorso ad anello che attraverserà la frazione e farà tappa nei punti iconici della borgata. Guidato da un volontario del FAI, conoscerà uno degli interventi architettonici più audaci degli anni '90, quali sfide sono state incontrate e superate e cosa ha reso questa frazione il primo borgo telematico d'Italia. Un “prima” e un “dopo” della vita nella frazione che ha messo in moto un'organizzazione unica nel territorio, tutta a servizio delle persone che hanno deciso di venire a vivere in un grande condominio diffuso. La visita durerà circa 1 ora e un quarto. I gruppi saranno formati da massimo 15 persone. Non consigliato per chi ha problemi di deambulazione, si consiglia di indossare scarpe da ginnastica.
CASTELBIANCO, SAVONA - COLLETTA DI CASTELBIANCO - CASE
A CURA DI GRUPPO FAI GIOVANI DI ALBENGA-ALASSIO IN COLLABORAZIONE CON LA DELEGAZIONE FAI
I due appartamenti “Best" e “Castelletto” si trovano all'interno del borgo rurale di Colletta, frazione del Comune sparso di Castelbianco. Il borgo domina dall'alto la Valle Pennavaira ed è circondato dai rigogliosi boschi. Il complesso abitativo si è ampliato nel corso dei secoli, ma dalla fine del XIX sec. è iniziato un declino che ha portato allo spopolamento della frazione e all'abbandono delle unità abitative. Dal 1993 al 1999 un gruppo di imprenditori ne finanzia il restauro e il recupero e gli antichi vani sono ammodernati e dotati di ogni moderno comfort.
Colletta è fondata alla fine del XIII per volere dei Marchesi di Clavesana, poiché vogliono controllare l'asse viario che attraversa la Val Pennavaira e che arriva in Piemonte. Di conseguenza, il borgo segue le vicende storiche del Marchesato di Zuccarello: oggetto di contesa tra Genova e i Savoia nel corso del XVII sec., passato sotto il controllo della Repubblica fino alle campagne napoleoniche, entra infine a far parte del Regno di Sardegna. Il violento terremoto del 1887 innesca un processo di spopolamento della frazione, tanto che le case abbandonate cadono in rovina. Il borgo viene restaurato e ammodernato negli anni '90 con un intervento guidato dall'arch. Giancarlo De Carlo.
I due appartamenti, “Best" e “Castelletto", sono due ottimi esempi di come l'intervento di Giancarlo De Carlo abbia adattato gli antichi vani per creare ambienti che sapessero rispondere alle esigenze della vita moderna. I due appartamenti sono stati inclusi nella visita per le loro caratteristiche peculiari, in quanto possiedono elementi originali semplicemente restaurati, oppure sono il perfetto esempio di come De Carlo sia riuscito a sfruttare gli spazi preesistenti creando un'abitazione moderna che conserva ancora l'antica impostazione.
COSA SCOPRIRETE DURANTE LE GIORNATE FAI?
Piccoli gruppi di visitatori partendo dal banchetto centrale del FAI, sito all'inizio del borgo, avranno la possibilità di entrare all'interno di due degli appartamenti ristrutturati nell'intervento di recupero degli anni '90 guidato dall'arch. Giancarlo De Carlo. Una possibilità unica di scoprire la frazione di Colletta da un punto di vista solitamente inaccessibile, osservando il connubio tra gli elementi originali che si sono riusciti a mantenere e le aggiunte e scelte architettoniche successive. La visita sarà arricchita da curiosità sulle decisioni intraprese per adattare i vecchi edifici abbandonati in appartamenti dotati di ogni comfort e informazioni sul particolare stile di vita degli abitanti del borgo, eremiti connessi con il mondo. Bene aperto ai soli iscritti FAI. La visita durerà circa 45 minuti. I gruppi saranno formati da massimo 5 persone. Non consigliato per chi ha problemi di deambulazione, si consiglia di indossare scarpe da ginnastica.
LUOGO SOLITAMENTE CHIUSO
Luogo solitamente chiuso al pubblico perché di proprietà privata
NOTE PER LA VISITA
SABATO MATTINA: 10 (primo gruppo), 10.30 (secondo gruppo), 11.00 (terzo gruppo), 11.30 (quarto gruppo);
SABATO POMERIGGIO: 14.30 (primo gruppo), 15.00 (secondo gruppo), 15.30 (terzo gruppo), 16.00 (quarto gruppo), 16.30 (quinto gruppo);
DOMENICA MATTINA: 10 (primo gruppo), 10.30 (secondo gruppo), 11.00 (terzo gruppo), 11.30 (quarto gruppo);
DOMENICA POMERIGGIO: 14.30 (primo gruppo), 15.00 (secondo gruppo), 15.30 (terzo gruppo), 16.00 (quarto gruppo), 16.30 (quinto gruppo).
CASTELBIANCO, SAVONA - COLLETTA DI CASTELBIANCO - VISITA MOSTRA E GIRO CON ARCH. ENRICO ZUNINO
INGRESSO DEDICATO AGLI ISCRITTI FAI CON POSSIBILITÀ DI ISCRIVERSI IN LOCO
APERTURA A CURA DI Gruppo FAI giovani di albenga-alassio in collaborazione con la delegazione FAI
NOTE PER LA VISITA
SABATO MATTINA: 11.45 (gruppo unico);
SABATO POMERIGGIO: 14.00 (primo gruppo), 16.45 (secondo gruppo).
A CURA DI GRUPPO FAI GIOVANI DI ALBENGA-ALASSIO IN COLLABORAZIONE CON LA DELEGAZIONE FAI
VISITE A CURA DI Arch. Enrico Zunino